Angeli dei Sette Chakra |
 Gli Angeli dei Chakra si rivolgono ad animi in cammino verso un sempre maggiore e consapevole equilibrio personale.
Donarsi o donare un angelo dei Chakra è un gesto colmo di simboli e significati.
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Si tratta di uno scritto che, seppure abbia alcuni anni di vita, appare ancora oggi pienamente attuale.
C’è qualcosa che decisamente non va, nell’uomo di oggi.
Non è una scoperta straordinaria, ma soltanto una constatazione sempre più attuale e, per i più attenti e consapevoli, una constatazione dolorosa, quasi rabbiosa. E questo non per un senso di deplorazione retorica, ma perché in un quadro estremamente realistico, “praticoâ€, della vita così come si svolge sulla crosta terrestre, tutto ciò appare sotto il crescente segno di una “improduttività †della stessa vita umana, sotto il profilo profondamente esistenziale.
Senza sconfinare in considerazioni metafisiche circa il significato “reale†della vita, considerazioni che lasciano normalmente il tempo che trovano, presso i più, c’è da fare un’osservazione più pertinente alla prassi della vita, così come – a livello bio-sociale – si innesta in un continuo farsi, giorno dopo giorno, con le infinite interazioni che si sviluppano “qui ed ora†nell’ambito umano. Tale osservazione riguarda appunto il progressivo deterioramento di un impegno vitale degno di questo nome, presso un crescente numero di individui, sempre più convulsamente, quanto inutilmente indaffarati nelle automatiche faccende di ogni giorno.
L’escalation dei condizionamenti attivi e passivi, in una spirale di auto-incremento, sta facendo perdere di vista quello che dovrebbe essere il giusto senso della vita, il giusto senso del comportamento per sé e nei confronti degli altri; quel senso della “vita vissuta†cui erano senza dubbio più vicini gli uomini primordiali, con un impatto assolutamente pregnante con le radici stesse di una esistenza caratteristica come quella umana. Non voglio qui avere l’aria di ricalcare il tema ormai logoro dell’alienazione, della nevrosi di massa. Questo è soltanto un rapido riepilogo di fatti noti, per tentare di accennare molto fugacemente, in questa sede, alle possibili, profonde motivazioni di uno stato di fatto che, individualmente e collettivamente, diventa sempre più deludente e spesso tragico, nell’incalzare delle più folli reazioni psico-mentali che cercano si spezzare l’anzidetta spirale dei condizionamenti, dei tabù storici e attuali, di una liberizzazione tutta esteriore, cui corrisponde sempre più frequentemente una schiavitù interiore, un pericoloso e disperante appiattimento dei valori di fondo della personalità umana, certamente diversi da quelli asseriti dalle Chiese e dalle pseudo morali. Il disorientamento generale è foriero di guai, di crisi sussultorie del tessuto sociale. Pressati da una indefinibile spinta interiore, in aperto contrasto con i falsi principi della “morale†di superficie, molti perdono il loro già precario equilibrio psichico, se non mentale. In questo sbandamento, in questo disancorarsi dalle sorgenti della vita, intese come impulso primario a rendere “significativa†la nostra breve esistenza terrena, si può ritrovare anche la matrice dell’odio e della violenza, l’aggressività incontrollata che esplode all’improvviso, spesso frutto di forti, incoercibili tensioni inconsce. E’, questa, una motivazione in più, oltre quelle indicate dalla Scuola etologica di Konrad Lorenz.
Il male oscuro, quel “qualcosa†che non va, che si ribella nei poco noti recessi del suo inconscio, è la frustrante percezione del bersaglio mancato, del binario esistenziale sbagliato che non conduce a niente, e di questi binari deviati rispetto al fine reale dell’esistenza, ce ne sono a iosa nell’esperienza umana attuale.
E allora?
Allora è necessario guardarsi negli occhi, è necessario affrontare da capo il problema umano, senza retorica, senza esaltazioni sentimentalistiche di labili dignità di superficie. E’ necessario affrontare una critica serrata degli attuali comportamenti, scavando dentro l’uomo, fino a mettere a nudo le censure più crudeli e stupide, quelle che lo dirottano fin da piccolo su falsi binari, in un continuo misconoscimento della vera qualità della vita, quale essa deve tornare ad essere per ritrovare appena un po’ di pace con se stessi, prima che con gli altri, perché il rapporto con il prossimo ne beneficerÃ
di conseguenza. E’ necessario riaffrontare alla radice i perché di questa maledetta e benedetta vita, recuperare il suo senso primario, obliterato dai nuovi dogmi; recuperare per ognuno di noi, caso per caso, il filo della tendenza esistenziale di fondo, l’unica vera, sommersa da tutto il ciarpame falso-educativo che costituisce purtroppo l’intelaiatura scenica della commedia umana, così come si va recitando da secoli, con una maschera per ogni giorno ed ogni occasione, e con il pianto silente dell’anima defraudata delle sue mete.
La terapia di recupero dei valori di fondo, che sono – questo è importante! – “valori operativi e diversi per ogni individuo che calca bene o male il suolo terrestre†– non può essere che una terapia di tipo psicologico ed analitico individuale, simili a quelle già note, ma diversa nelle premesse teoriche e nella integrazione del quadro psico-esistenziale, che deve essere completato con elementi apparentemente nuovi sul piano culturale, ma che, in effetti, sono da sempre esistenti e da sempre ignorati o elusi. Ma qui entriamo in una analisi che non può essere portata avanti in questa sede limitata, e soltanto idonea a sguardi d’insieme. Essa potrà essere svolta altrove, perché questo discorso ovviamente non si chiude, non si può chiudere con parole di generica denuncia. In definitiva, l’importante per ora è rendersi conto, fino alla consapevolezza più spietata e lucida, che l’individuo umano non può essere nato alla luce e al calore della vita biologica, arricchita da un pensiero eternamente irrequieto e guidato dall’intelligenza, soltanto per farsi dominare di volta in volta dai miti dell’epoca, dalle mode “moraliâ€, dall’abulia, da tante altre inutili cose, e soprattutto da quegli alienanti dogmi che impongono la supina, coatta accettazione – per imposizioni aprioristiche che diventano automatismi psichici limitanti – di certi comportamenti di serie, espressi da frasi come “questo si deve fare†o “questo non si deve fareâ€.
Di tali ceppi dell’anima (e del corpo, strumento plastico) non si rendono conto nemmeno molti di coloro che, a parole, si definiscono “spiritualistiâ€, ma che, di fatto, seguono il solco dei secoli, ancora e sempre ciechi, colorando solo con belle e altisonanti parole l’espressione pseudo sentimentale e retorica della loro povertà d’idee e d’ossigeno mentale…………….
Non ci vorrebbe molto a capire che tutto ciò non può rappresentare che una lenta agonia dell’anima, quale “Io integrale†dell’uomo, con tutte le sue potenzialità originarie ed una sua via “istintivamente†tracciate, deviati dalla quale incontriamo i mostri che popolano le nostre nevrosi di compensazione o di inconscio rigetto delle mistificanti apparenze mondane, quelle apparenze che velano la realtà e che sono quindi una colossale truffa di cui siamo tutti vittime più o meno consapevoli.
Giorgio di Simone
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